Wednesday, March 20, 2013

Il Sultano del Brunei


  
Bandar Seri Begawan (Brunei), 23 febbraio 2013

Arrivo in Brunei con un unico obiettivo: andarmene. Correre e lanciarmi oltre la frontiera malesiana come un battitore di baseball sull’ultima base, prima che i miei risparmi risentano eccessivamente degli ultimi errori strategici.
Ci provo. Arrivata in centro citta’ vedo un pullman per una certa Miri. “Dov’e’ Miri?” chiedo all’autista “In Malesia” mi dice, “E’ sulla stessa strada per Kota Kinabalu?” “Si’!” salgo. Dopo alcuni chilometri, prendo un depliant dalla tasca del sedile di fronte a me e lo apro. Toh, guarda: una cartina! Qui c’e’ Kota Kinabalu e Miri rimane esattamente… oh no, no! “Fermate il pullman!!” Scendo.
Me lo sentivo che non sarebbe stato cosi’ facile. Non e’ che stessi andando nella direzione sbagliata in realta’: se avessi continuato su quella rotta per un pezzetto, ad un certo punto sarei arrivata a Kota Kinabalu, passando per l’Africa Centrale, il Sud America, le isole del Pacifico e poi la Malesia di nuovo. Ma credo che il mio primo tentativo di fuga debba comunque considerarsi fallimentare.


Torno in centro a testa bassa, trovo una stanza senza le maniglie d’oro e studio un secondo piano di fuga per domani all’alba.
L’indomani, poco dopo il richiamo dell’Iman alla prima preghiera del mattino, sono in reception con lo zaino in spalla a consegnare la chiave della stanza per andarmene.
“Oggi e’ la nostra Festa Nazionale!” mi dice sorridendo la ragazza seduta dietro al bancone. Ripenso al fatto che l’ufficio informazioni turistiche ieri era chiuso perche’ era un venerdi’, sarebbe stato chiuso il giorno seguente per via della Festa Nazionale e quello successivo ancora in quanto domenica; ripenso alle quattro ore passate ad aspettare un autobus per il centro citta’, la cui circolazione e’ limitata per via della Festa Nazionale; ripenso al fatto che non ho trovato posto nella guest house piu’ economica: tutto riservato per la Festa Nazionale; ripenso alla moschea di cui non ho potuto visitare l’interno perche’ stavano sbrigando i preparativi per la Festa Nazionale… guardo la ragagazza dietro al bancone “Si. Lo so.” le dico solo. “Non vai alla parata? Oggi puoi vedere Sua Maesta’!” …aspetta un attimo… l’hai detto sul serio?! Ho sentito bene? Hai usato le parole Sua Maesta’?? Lo chiamate davvero SUA MAESTA’??
Io credo che se nel 2013 la vita ti da’ la possibilita’ di vedere uno che viene chiamato Sua Maesta’, allora e’ peccato mortale lasciarsi scappare l’occasione! Il mio piano di fuga puo’ attendere qualche ora. Il Sultano del Brunei no. Poso lo zaino e corro in strada.

Tutte le strade del centro, dove ieri sfilavano silenziosi macchinoni lucidi, oggi sono chiuse al traffico e le corsie sono invase da una folla in festa che sventola bandierine gialle. Sono tutti elegati e si spostano di qua e di la’ corricchiando, si ha la sensazione che stia per succedere qualcosa ad ogni angolo. Macchine fotografiche, bandiere, uniformi… c’e’ una bella atmosfera, me la godo proprio. Vengo anche intervistata da una televisione locale.
Dopo qualche ora il corteo prende forma e parte: un interminabile serpente di gente si snoda lungo la strada e inizia a sfilare tra la musica della banda, gli applausi della gente e gli scatti dei fotografi. C’e’ una rappresentanza di tutti i corpi delle forze armate, degli studenti, dei lavoratori, di gruppi che non ho idea di come classificare, ma ci sono; il risultato e’ che sono piu’ le persone in divisa o uniforme che quelle a guardarle sfilare. Non riesco a smettere di immaginare il Sultano che cammina nervosamente dietro a delle tende color porpora, qualcuno gli si avvicina con riverenza e gli dice: “Sua Maesta’, e’ ora, il popolo Vi attende!” e rido, rido perche’ probabilmente e’ successo davvero!

 

La processione termina all’interno di una sorta di stadio dove la gente importante e’ seduta sulle scalinate; il popolo saluta Sua Maesta’, Sua Maesta’ saluta il popolo.
E ci sono anch’io! Divertita e felice per le prime ore, poi stanca e accaldata, alla fine anche un po’ stufa. Il sole e’ ormai alto e spietato, sono in giro dall’alba e non dimentichiamo che devo scappare oltre frontiera… meglio andare.
Caro Brunei, e’ stato un piacere, davvero, ma finisce qui!

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