Monday, April 22, 2013

Madeleine malese



Kuala Lumpur (Malesia), 10 marzo 2013

La ragazza in reception mi accoglie professionalmente con un sorriso a comando.
“Certo che abbiamo posto per te! Che tipo di stanza?” “Avete un dormitorio?” “Sí: un sei letti AC” Sei posti letto, Aria Condizionata. Odio l’aria condizionata. Mentre ero ospite in casa loro, Ibu e Ayah mi hanno raccontato di un loro parente morto durante un viaggio in pullman di piú di 12 ore “Un incidente?” ho chiesto “No: l’aria condizionata!” L’hanno coperto con un lenzuolo seduto lí dov’era e hanno continuato il viaggio “Sono andato a prenderlo io al terminal dei pullman, ci sono voluti tre uomini per tirarlo fuori di lí. Sarebbe ancora vivo se il pullman non avesse avuto l’aria condizionata!”
Non sono cosí facilmente suggestionabile da farne una questione di vita o di morte, ma devo ammettere che l’aria condizionata é un lusso che pago in salute in termini di mal di gola e raffreddori, per cui quando posso la evito ben volentieri.
“Non avete un dormitorio senza AC?” controlla il registro e inizia con un “Weeell:”, versione inglese del “Dùn-que:” che precede la coppia notizia buona-notizia cattiva “Dùn-que: ci sarebbe un posto letto nel dormitorio senza aria condizionata, ma…” espressione di dispiacere misto a disgusto “gli altri ospiti sono tutti uomini. Se per te non é un problema…” “Per me non é un problema” “Bene allora, benvenuta!”
Da quando sono qui é sempre la stessa storia (e dire che Martin mi aveva avvertita!): pare che la Malesia sia piena di commercianti e uomini d’affari provenienti dai Paesi limitrofi, uomini che viaggiano soli e che si fermano a breve o medio termine in dormitori sgarrupati senza aria condizionata. Esattamente come me!
Apro la porta del dormitorio e vengo subito assalita dall’odore, che sguizza fuori come fosse stato pressurizzato in quella stanza troppo piccola. E’ l’inconfondibile odore di cinque-uomini-adulti-che-condividono-una-stanza-troppo-piccola-senza-aria-condizionata-in-un-clima-tropicale. Con un aggravante: la presenza a pochi isolati di un quartiere noto come Little India e dei suoi ristoranti a buon prezzo, il ché fa di loro cinque-uomini-adulti-che-mangiano-cibo-speziato-e-condividono-una-stanza-troppo-piccola-senza-aria-condizionata-in-un-clima-tropicale.
E’ un dato di fatto: cibi diversi hanno diversi modi per riproporsi al consumatore; le vie del cibo indiano sono infinite e se assunto con costanza ha la sorprendente capacitá di cambiare la composizione chimica del sudore. Provato sulla mia pelle.


Quel che succede in genere é che mi vengono concessi privilegi e carinerie che un po’ mi fanno tenerezza: ti portiamo qualcosa da mangiare? Decidi tu quando spegnere la luce. Punta pure il ventilatore fisso su di te… devo dire che in realtá mi sono sempre trovata bene e questo é molto piú importante dell’odore.
Solo mi fa ridere il pensiero che questo sará uno dei ricordi piú intensi del mio breve passaggio in Malesia, riportato alla mente con la potenza evocativa dell’olfatto, una strana versione della madelein proustiana.

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