Tuk Tuk (Samosir Island, Indonesia), 20 marzo 2013
Sono tornata in Indonesia. Sono su un’isola su un’isola. Meglio
ancora: c’é un’isola su cui c’é un lago in cui c’é un’altra isola su cui
c’é un altro lago. La prima isola in questione é Sumatra e il lago é il
Toba Lake, formatosi a seguito di un’enorme esplosione vulcanica che
pare abbia dato origine a quel che oggi é un lago circolare con un
isolotto al centro: Samosir Island.
A dire il vero Samosir non é proprio un isolotto, é molto piú grande
di quanto mi aspettassi. Ma questo é un problema che ho da quando sono
arrivata in Indonesia: qui non ho il senso delle proporzioni; nonostante
siano passati ormai quasi tre mesi é come se la mia mente non si fosse
ancora rassegnata ad accettare l’Indonesia per quel che é: un Paese
enorme, in cui le distanze sono ulteriormente dilatate dal mare per
quanto riguarda gli spostamenti tra le varie isole e dalle condizioni
delle strade per quanto riguarda quelli terrestri.
Samosir é moderatamente grande, relativamente montuosa, indubbiamente tranquilla.
Ci sono alcuni villaggi remoti nascosti sulle montagne nella parte centrale dell’isola e paeselli lungo la costa, collegati da una strada circolare che percorre tutto il perimetro di Samosir. Ma, date le condizioni in alcuni punti piú che scadenti della strada, per gli spostamenti lunghi la via d’eccellenza é il lago.
La prima cosa che colpisce di questo posto é la pace. Si respira una
strana tranquillitá, silenzio e lentezza. La notte é piacevolmente
fresca e all’alba nuvoloni di umiditá si alzano bianchi e pesanti dal
verdeacqua del lago e si fermano -a volte per tutto il giorno- oltre le
colline, sulle spalle delle montagne che si stagliano di fronte.
Tra il verde dei campi di riso e quello delle montagne spuntano i tetti a barca (o a corna di bue) delle case tradizionali e quelli delle chiese, identici, se non per la croce, simbolo aggiunto ai tanti simboli giá presenti nelle costruzioni tipiche… tutto si mischia e si trasforma, nulla puó imporsi davvero e rimanere invariato e la gente si sposa in chiesa su consenso dello sciamano.
E’ molto interessante dal punto di vista culturale Samosir, isola dei guerrieri cannibali Batak, dei funghi allucinogeni, della magia nera…
Tra il verde dei campi di riso e quello delle montagne spuntano i tetti a barca (o a corna di bue) delle case tradizionali e quelli delle chiese, identici, se non per la croce, simbolo aggiunto ai tanti simboli giá presenti nelle costruzioni tipiche… tutto si mischia e si trasforma, nulla puó imporsi davvero e rimanere invariato e la gente si sposa in chiesa su consenso dello sciamano.
E’ molto interessante dal punto di vista culturale Samosir, isola dei guerrieri cannibali Batak, dei funghi allucinogeni, della magia nera…
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