Monday, April 16, 2012

Bagni di folla

Ko Phi Phi (Thailnad), 10 aprile 2012

Non ricordo cosa mi abbia spinto a venire a Ko Phi Phi, direi la sua fama di paradiso terrestre, ma, col senno di poi, credo che avrei potuto evitarlo. Ko Phi Phi e’ una sorta di H sbilenca: un’isola formata da due promontori uniti da un lembo di terra su cui si concentra un turismo spietato, logorante e idiota. Sapevo che avrei trovato un sacco di gente, ma questo e’ davvero troppo… viuzze claustrofobiche sovraffollate piene di bancarelle di magliette fluorescenti e di fast food… in spiaggia un gruppo di ragazze ormai sverse si sta costruendo un recinto con i vuoti delle birre bevute, l’obiettivo e’ chiaramente quello di bere fino a riuscire a chiudere il cerchio. A pochi metri da loro c’e’ un pene eretto di un metro e mezzo di cemento, un ragazzone dai muscoli ipertrofici, paonazzo per il sole, si siede alla base a gambe larghe e posa per le fotocamere degli amici indicando il bestione che ha tra le cosce. Ha una birra in mano e un cappello da cowboy, e’ raccapricciante.
Mi chiedo cosa pensino i vecchi di tutto questo. Quelli che hanno visto questo posto cambiare fino a diventare quel che e’ ora, cosa pensano di queste ragazzine che sculettano in bikini con le orecchie da coniglietta distribuendo inviti per il party del sabato sera? Cosa pensano delle  foto di Di Caprio ovunque? Dell’assalto spietato ad una spiaggetta solo perche’ questo tizio ci ha girato un film? Mi viene in mente mia madre, che non torna in Congo da piu’ di dieci anni e si chiede quanto male le farebbe vedere il suo Paese trasformato dalla guerra.
Comunque, sistemandosi in una baia a un’ora di sentiero dalle due spiagge centrali (di cui meta’ in salita tra scimmie  e varani), si riescono ad evitare i bagni di folla e affittando un kayak si puo’ fare il giro dell’isola in solitudine scoprendo spiaggette raggiungibili solo via mare e rese ancor piu’ belle dalla sensazione di aver trovato un piccolo tesoro nascosto. 
Due foto: la prima e’ scattata mentre ci addentriamo in una piccola laguna, la seconda e’ quel che abbiam trovato alla fine.





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