Monday, April 16, 2012

Sung ha ha ha: grasse risate dal futuro

Ko Lanta (Thailand), 13 aprile 2012

…cinque … quattro … tre … due … uno … AUGURI!! Qui e’ Songkran: capodanno! E allora buon anno a tutti!! Auguri di cuore per un 2555  pieno di felicita’! Proprio cosi’: due-cinque-cinque-cinque, che in thai si dice sung-ha-ha-ha… un anno che promette grasse risate!


Songkran non si festeggia solo in una notte, ma consiste in una o piu' giornate di gavettoni. Mi preparo per uscire: reggiseno rigorosamente rosso, che se dev’essere capodanno lo sia fino in fondo; maglietta, quella bianca, cosi’ finisco di sporcarla… ma no, dai, e’ festa! Maglietta grigia, la mia preferita. Zaino imballato in sacchetti di plastica e via, siamo fuori. Cento metri di strada ed ecco il primo appostamento: un gruppetto di persone armate di pistole… ma cosa dico? di bazuka ad acqua si prepara all’assalto. Obelix avvicinandosi rallenta e mi chiede se sono pronta. Ma certo! Cosa vuoi che siano due spruzz… SCIAF! Una secchiata d’acqua in piena faccia. Una secchiata! No, ma dico, cosa li avete comprati a fare i bazuka allora? Obelix mi guarda e ride “Quanto mi dispiace ora che non ti sia messa la maglietta bianca!” Ma guarda la strada, va! Stupido bretone… Ogni centinaio di metri c’e’ un altro gruppo armato. La prima secchiata e’ un taglio netto al respiro e colpi di tosse per le due molecoline d’acqua inalate; la seconda e’ un “Ma porc…” a denti stretti; dalla terza in poi sono tutte uguali, tanto ormai sei fradicio, apri le braccia in segno di sfida: “Butta! Buttaa!!” E giu’ acqua. Entriamo in un negozio e ne usciamo con la faccia impiastricciata di acqua e farina. Spero. Che fosse farina. Intanto sono arrivati due ragazzi su degli elefanti, c’e’ musica, tutti ballano. Un elefante mette la proboscide nel bidone… bravo, approfittane per bere, col caldo che fa… poi la tira fuori, la punta verso di noi e ci sputa addosso! Io non lo so, fisiologicamente parlando, se la proboscide sia proprio come il nostro naso, ma qualunque cosa avesse li’ dentro, ce l’ha sparata addosso. La giornata prosegue con un bagno forzato in mare (“Ti prego, no, mi sono appena asciugata, no, non oserai!!” ha osato, stupido bretone) e con il ritorno a casa sotto un diluvio tropicale. E’ un Paese piuttosto umido, si’, questo va detto, a onor del vero. La sera, ultimi clienti del ristorantino dove ceniamo, ci ritroviamo a ballare con camerieri e cuochi ubriachi (loro, non noi) con la facccia piena di borotalco (loro, e anche noi). Bello questo capodanno, proprio bello! Felice di festeggiarlo su quest’isola che si e’ rivelata effettivamente piu’ autentica e tranquilla delle altre, meno spettacolare forse, ma poco importa.
E chi lo avrebbe mai detto che un giorno avrei avuto l’opportunita’ di scrivere la Lista dei Desideri e Propositi del 2555!

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