Hanoi (Vietnam), 4 luglio 2012
Secondo il mio personalissimo metro di giudizio, forgiato su scala europea dalla cultura in cui sono nata e cresciuta, secondo il mio relativissimo concetto di pulizia, di efficienza, di estetica e piacevolezza, di “migliore” e “peggiore”… insomma, secondo il mio insignificante e parzialissimo parere, il Vietnam vince tutto.
Miglior cibo. Scegliendo assolutamente alla cieca da menu’ a me
incomprensibili perche’ non tradotti in inglese, mi sono sempre trovata
di fronte a piatti buoni nel peggiore dei casi, ma il piu’ delle volte
eccezionali. Il peggio che mi e’ capitato e’ stato ricevere un succo di
frutta (quale frutto non saprei) quando pensavo di aver ordinato del
cibo… ecco perche’ costava cosi’ poco! Ho mangiato per strada zuppe -la
famosa Pho- e noudles degni di chefs dai nomi altisonanti.
Miglior qualita’ delle sistemazioni. Anche se con un ventaglio
qualitativo ridotto, nel senso che sistemazioni prorpio spartane non ne
ho trovate. Forse avrei potuto cercare meglio. Ma a parita’ di prezzo,
nel sud della Thailandia avevo una zanzariera per tener lontani
pipistrelli e topi, mentre in Vietnam ho televisione con canali
satellitari, frigobar, aria condizionata e acqua calda. Mi basterebbe un
semplice letto pulito su cui dormire, pero’, insomma, non mi lamento…
Miglior organizzazione dei servizi pubblici e migliori
infrastrutture. L’effetto “rullocell” delle strade del nord del Laos e’
un ricordo lontano… pero’ era divertente… a saltare sul sedile con il
testone che sbatte contro il finestrino ogni volta che, nonostante la
musica a tutto volume, ci si riusciva ad addormentare… Sono un ricordo
lontano anche i trasporti pubblici cambogiani per le lunghe distanze,
sui quali non posso esprimere un parere perche’ sono come la moglie
dell’Ispettore Colombo: nessuno li ha mai visti. Solo una volta un
pullman… ma e’ stato piu’ per caso che altro. Probabilmente avrei dovuto
cercare meglio anche li’.
Miglior pulizia delle strade, delle stanze, dei bagni delle stazioni degli autobus…
Migliori paesaggi. Dalle spiagge deserte alle montagne verdi del nord, tra dune di sabbia, paesaggi collinari, tramonti sul fiume e risaie a perdita d’occhio…
Migliori paesaggi. Dalle spiagge deserte alle montagne verdi del nord, tra dune di sabbia, paesaggi collinari, tramonti sul fiume e risaie a perdita d’occhio…
Minor spesa totale. Ma, oltre ai prezzi effettivamente ridotti, forse
questo dipende anche dal fatto che ho imparato ad orgnizzarmi e
gestirmi meglio.
E, ultimo ma non ultimo, in assoluto miglior clacson bitonale. Soprattutto gli autobus. Incredibili.
Insomma, il Vietnam vince tutto. Sono sinceramente felice di aver
avuto l’occasione di visitarlo e consiglierei a chiunque, ma proprio
chiunque, di venirci perche’ credo ne valga la pena… ma io non ci
tornerei mai. Nel nord, mai, nella maniera piu’ assoluta (e lo so
benissimo che dicendolo ho firmato la mia condanna e tra poco, per
scelta o per scherzo del destino, sono di nuovo qua).
Ho sentito di tutto prima di arrivare qui. Che la gente e’ aggressiva
e insistente, che e’ impossibile instaurare relazioni cha vadano oltre
l’interesse economico, che vengono imposti prezzi dieci volte superiori a
quelli reali, che i furti nelle stanze d’albergo non si contano, che in
Vietnam “people never smile.” Ho incontrato diverse persone che, pur
avendo pianificato un soggiorno di un mese, sono scappate dopo due
settimane, diecendosi che non aveva senso stare a sopportare una
situazione quando il presupposto e’ quello di godersi il viaggio. Il che
ha anche senso. A conti fatti, io credo che proprio dire che ci sia da
scappare sia un’esagerazione, tuttavia capisco le loro motivazioni e
sono quasi sicura che se avessero iniziato il viaggio dal sud, come ho
fatto io, avrebbero proseguito. Ho percepito una differenza abissale tra
nord e sud nel modo di relazionarsi. Questo non significa che a nord le
persone siano peggiori: ho incontrato persone splendide, persone che mi
hanno arricchita e che contribuiscono a dare un senso a questo viaggio…
ma quell’energia che ci si sente attorno e che non so come si possa
chiamare, quella sensazione generale, e’ stata troppo spesso troppo
simile a quella dell’ufficio postale, di quelle volte in cui ti metti in
coda e sai gia’ che ne uscirai con la giornata rovinata perche’ dietro
al bancone qualcuno ha la luna storta. Pero’, pazienza, che sara’ mai?
Lasciar correre. Mi avevano dipinto un quadro disastroso con cui in
generale mi trovo in disaccordo. Certo in questi ultimi due giorni ad
Hanoi sto contando le ore che mi separano dalla partenza. Certo non me
ne vado con il dispiacere con cui ho lasciato altri Paesi. Certo non ho
nessunissima intenzione di tornare qui e non vedo l’ora di togliere la
corazza che mi sono messa addosso. Pero’ credo ci siano posti ben piu’
difficili nel mondo. Questo mi e’ sembrato poco confortevole, ma
difficile e’ un’altra cosa. Poi questi sono solo pareri personali.
Sarebbe meraviglioso se fossimo tutti in grado di accogliere tutti e di farci accogliere da tutti… tuttavia, non credo che l’ospitalita’ mi sia dovuta. Quando c’e’, ringrazio. Ad ogni modo, se al prossimo giro gli organizzatori potessero farmi trovare un comitato di benvenuto, ecco non sarebbe male. Cosi’, per compensare…
Sarebbe meraviglioso se fossimo tutti in grado di accogliere tutti e di farci accogliere da tutti… tuttavia, non credo che l’ospitalita’ mi sia dovuta. Quando c’e’, ringrazio. Ad ogni modo, se al prossimo giro gli organizzatori potessero farmi trovare un comitato di benvenuto, ecco non sarebbe male. Cosi’, per compensare…
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