Wednesday, August 8, 2012

Nessuno ti ha chiesto di tornarci!

Hanoi (Vietnam), 4 luglio 2012


Secondo il mio personalissimo metro di giudizio, forgiato su scala europea dalla cultura in cui sono nata e cresciuta, secondo il mio relativissimo concetto di pulizia, di efficienza, di estetica e piacevolezza, di “migliore” e “peggiore”… insomma, secondo il mio insignificante e parzialissimo parere, il Vietnam vince tutto.


Miglior cibo. Scegliendo assolutamente alla cieca da menu’ a me incomprensibili perche’ non tradotti in inglese, mi sono sempre trovata di fronte a piatti buoni nel peggiore dei casi, ma il piu’ delle volte eccezionali. Il peggio che mi e’ capitato e’ stato ricevere un succo di frutta (quale frutto non saprei) quando pensavo di aver ordinato del cibo… ecco perche’ costava cosi’ poco! Ho mangiato per strada zuppe -la famosa Pho- e noudles degni di chefs dai nomi altisonanti.
Miglior qualita’ delle sistemazioni. Anche se con un ventaglio qualitativo ridotto, nel senso che sistemazioni prorpio spartane non ne ho trovate. Forse avrei potuto cercare meglio. Ma a parita’ di prezzo, nel sud della Thailandia avevo una zanzariera per tener lontani pipistrelli e topi, mentre in Vietnam ho televisione con canali satellitari, frigobar, aria condizionata e acqua calda. Mi basterebbe un semplice letto pulito su cui dormire, pero’, insomma, non mi lamento…

Miglior organizzazione dei servizi pubblici e migliori infrastrutture. L’effetto “rullocell” delle strade del nord del Laos e’ un ricordo lontano… pero’ era divertente… a saltare sul sedile con il testone che sbatte contro il finestrino ogni volta che, nonostante la musica a tutto volume, ci si riusciva ad addormentare… Sono un ricordo lontano anche i trasporti pubblici cambogiani per le lunghe distanze, sui quali non posso esprimere un parere perche’ sono come la moglie dell’Ispettore Colombo: nessuno li ha mai visti. Solo una volta un pullman… ma e’ stato piu’ per caso che altro. Probabilmente avrei dovuto cercare meglio anche li’.
Miglior pulizia delle strade, delle stanze, dei bagni delle stazioni degli autobus…
Migliori paesaggi. Dalle spiagge deserte alle montagne verdi del nord, tra dune di sabbia, paesaggi collinari, tramonti sul fiume e risaie a perdita d’occhio…
Minor spesa totale. Ma, oltre ai prezzi effettivamente ridotti, forse questo dipende anche dal fatto che ho imparato ad orgnizzarmi e gestirmi meglio.
E, ultimo ma non ultimo, in assoluto miglior clacson bitonale. Soprattutto gli autobus. Incredibili.
Insomma, il Vietnam vince tutto. Sono sinceramente felice di aver avuto l’occasione di visitarlo e consiglierei a chiunque, ma proprio chiunque, di venirci perche’ credo ne valga la pena… ma io non ci tornerei mai. Nel nord, mai, nella maniera piu’ assoluta (e lo so benissimo che dicendolo ho firmato la mia condanna e tra poco, per scelta o per scherzo del destino, sono di nuovo qua).


Ho sentito di tutto prima di arrivare qui. Che la gente e’ aggressiva e insistente, che e’ impossibile instaurare relazioni cha vadano oltre l’interesse economico, che vengono imposti prezzi dieci volte superiori a quelli reali, che i furti nelle stanze d’albergo non si contano, che in Vietnam “people never smile.” Ho incontrato diverse persone che, pur avendo pianificato un soggiorno di un mese, sono scappate dopo due settimane, diecendosi che non aveva senso stare a sopportare una situazione quando il presupposto e’ quello di godersi il viaggio. Il che ha anche senso. A conti fatti, io credo che proprio dire che ci sia da scappare sia un’esagerazione, tuttavia capisco le loro motivazioni e sono quasi sicura che se avessero iniziato il viaggio dal sud, come ho fatto io, avrebbero proseguito. Ho percepito una differenza abissale tra nord e sud nel modo di relazionarsi. Questo non significa che a nord le persone siano peggiori: ho incontrato persone splendide, persone che mi hanno arricchita e che contribuiscono a dare un senso a questo viaggio… ma quell’energia che ci si sente attorno e che non so come si possa chiamare, quella sensazione generale, e’ stata troppo spesso troppo simile a quella dell’ufficio postale, di quelle volte in cui ti metti in coda e sai gia’ che ne uscirai con la giornata rovinata perche’ dietro al bancone qualcuno ha la luna storta. Pero’, pazienza, che sara’ mai? Lasciar correre. Mi avevano dipinto un quadro disastroso con cui in generale mi trovo in disaccordo. Certo in questi ultimi due giorni ad Hanoi sto contando le ore che mi separano dalla partenza. Certo non me ne vado con il dispiacere con cui ho lasciato altri Paesi. Certo non ho nessunissima intenzione di tornare qui e non vedo l’ora di togliere la corazza che mi sono messa addosso. Pero’ credo ci siano posti ben piu’ difficili nel mondo. Questo mi e’ sembrato poco confortevole, ma difficile e’ un’altra cosa. Poi questi sono solo pareri personali.
Sarebbe meraviglioso se fossimo tutti in grado di accogliere tutti e di farci accogliere da tutti… tuttavia, non credo che l’ospitalita’ mi sia dovuta. Quando c’e’, ringrazio. Ad ogni modo, se al prossimo giro gli organizzatori potessero farmi trovare un comitato di benvenuto, ecco non sarebbe male. Cosi’, per compensare…



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